Trerè …magna Sangiovese Superiore Riserva DOC
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In Vino Veritas: Trerè Amarcord d’un Ross Romagna Sangiovese Superiore Riserva DOC
di Mirko Bosio (Enoteca CiaoGnari, Parigi)
Si dice Romagna e si legge (in questo caso, si beve) Sangiovese. Nel bene e nel male, intendiamoci. Il prezzo che ancora paga il Chianti nell’immaginario collettivo (legato all’iconografia del fiasco e sinonimo di vino grezzo e di poco conto), è lo stesso che molti vorrebbero affibbiare al Sangiovese romagnolo, o al cugino Lambrusco emiliano. Eppure, il Sangiovese è l’unico vitigno internazionale d’origine italiana coltivato dalla California al Cile. I tempi sono cambiati, i palati evoluti: le quantità si riducono a tutto vantaggio della qualità, che in presenza di passione e lungimiranza non può che guadagnarci. Non è difficile rintracciare queste e tante altre doti importanti nel lavoro di Morena Trerè, che fin dal 1976 ha deciso quasi per gioco d’affiancare il padre Valeriano in quel meraviglioso mondo che è la produzione vitivinicola, partendo dai primi ettari del Podere Saccona, nelle prime magnifiche colline faentine.
È là che ancora oggi troviamo l’Azienda Agricola Trerè dove Morena, in compagnia del figlio Massimiliano, svolge questo sapiente lavoro di equilibrismi e saggezze antiche, proprie del coltivar la vite. Il vino che è alla base di questo Amarcord d’un Ross (“mi ricordo di un rosso”, nel dialetto tipico) Romagna Sangiovese Superiore Riserva DOC, nasce da un’attenta selezione delle uve a cui viene assemblato un 15% di Cabernet Sauvignon per dare vita a questo “blend” davvero interessante. Dopo la fermentazione in vasche inox a temperatura controllata, segue l’affinamento di 12 mesi in “barrique” di rovere francese e di ulteriori 6 mesi in bottiglia. Il naso è concentrato sui suoi frutti rossi maturi e sulle spezie. All’assaggio riempie il palato col suo calore e la sua morbidezza unita alla giusta acidità. Sorprende il lungo e persistente finale, in perfetto equilibrio di frutto e di tostato. Rimane coi piedi ben piantati per terra, questo Amarcord d’un Ross. Non dimentica la tipicità e sa bene rappresentare l’espressione del suo meraviglioso territorio, senza però rinunciare a una vocazione più internazionale e attuale. Da provare con arrosti, selvaggina e, naturalmente, pasta fresca e sughi importanti.